Ricerca
La quantità e la compresenza di insediamenti umani che vanno dalla preistoria alla metà degli anni novanta del secolo scorso, sparsi in un territorio ad alta valenza naturalistica e ambientale, determina interessi di ricerca in costante aumento.
Lo
studio delle popolazioni i cui territori si affacciano sul
mediterraneo, definisce come la loro cultura sia il frutto di un insieme
di fattori, ambientali e umani, tra i quali la capacità di scambio
(economico-culturale), impossibile in assenza di ospitalità, che è una
modalità dell'accoglienza, entrambe base dell'integrazione.
La
Sardegna è l'unico luogo del mediterraneo dove sono presenti,
distribuiti nel suo territorio, i resti della civiltà nuragica. Il
ritrovamento dei "Giganti del Monte Prama"
è l'ennesima conferma di quanto ancora deve essere scoperto su tale civiltà.
Il
Sulcis è una delle regioni della Sardegna più ricca di insediamenti
antichi, non solo nuragici; molti sono stati studiati, altri sono in
fase di studio, alcuni solo individuati, ma in seguito dimenticati,
altri non ancora censiti come beni culturali nazionali. Si tratta di
presenze archeologiche importanti: da Sulky (Sant'Antioco), che ha dato
nome all'area, al Monte Sirai, a Montessu, a Pani Loriga, alla valle di
Tattinu con il suo pozzo sacro, alla tomba dei giganti di Barrancumannu,
alla Cattedrale ipogea di Su Benatzu, quest'ultima importante caso di
interesse per la comunità scientifica internazionale.
Il Museo Diffuso ritiene che tali insediamenti richiedano un'attenzione particolare, favorendo il loro studio attraverso l'istituzione
di "missioni" per la ricerca da realizzarsi in furriadroxius e medaus,
al fine di attivare un processo di tutela e di valorizzazione anche per
questi ultimi.